Intervista all’assessore regionale alle Risorse agroalimentari Paolo Ezechia Reale.

Intervista all’assessore regionale alle Risorse agroalimentari Paolo Ezechia Reale.
Il recente rimpasto della giunta regionale di governo, presieduta da Rosario Crocetta, ha inserito tra i nuovi assessori l’avvocato cassazionista Paolo Ezechia Reale. Nell’apprendere e diffondere la notizia l’ARAS e la redazione di Sicilia Zootecnica augurano al nuovo amministratore di poter proseguire l’azione di valorizzazione e miglioramento dell’agricoltura siciliana. In questo ambito ci auguriamo che la Regione possa esprimere concretamente la volontà di sostenere e potenziare i servizi svolti dall’Associazione regionale allevatori, ridando regolarità alle attività in favore della zootecnia della nostra Isola. Intanto pubblichiamo qui di seguito la nostra intervista all’assessore.
La zootecnia conta su elementi produttivi legati anche alla selezione delle razze. Senza i Libri genealogici ci sarebbe disordine genetico e minore reddito per gli allevatori. L’ARAS, da oltre 60 anni, assicura i controlli funzionali e le attività connesse, anche quelle innovative e specialistiche legate al miglioramento del patrimonio di bestiame, che hanno consentito la crescita della qualità degli allevamenti e della produttività aziendale. Assessore Reale, dove va la zootecnia, considerato che alcuni servizi oggi vacillano per la riduzione del sostegno finanziario pubblico?

“La zootecnia bovina sta vivendo un momento di difficoltà che è generalizzato non solo in Sicilia, ma anche in Italia e in Europa, tanto che la nuova PAC assegna, in termini di sostegno accoppiato, una grandissima parte delle risorse proprio alla zootecnia e in particolare a quella bovina. Quindi il comparto sta vivendo un momento di crisi che non è specifico della Sicilia e va affrontato con l’ottica della crisi congiunturale di carattere europeo. Non ci vogliono, quindi, misure specifiche solo per la nostra regione, altrimenti si rischia di sbagliare. Dal 2014 al 2020 fruire del sostegno accoppiato per questo tipo di attività significa che occorre avere l’intelligenza di sfruttare le risorse con possibilità di investimenti che possano guardare al futuro, non solo per il sopradetto periodo di sostegno del reddito. Ma in questi sette anni l’azienda deve mettersi in sesto in modo da poter affrontare i prossimi duecento anni. Questa è l’ottica dei fondi europei e che tutti i nostri produttori e allevatori dovrebbero comprendere”.

Come intende operare l’assessorato regionale Risorse agroalimentari?

“Noi rispetteremo fedelmente la linea europea di preferenzialità per l’Italia. Vi è poi il problema specifico della Sicilia che è quello dell’ARAS, problema che ha radici molto antiche per una politica che non guardava al servizio per la zootecnia ma alla possibilità di sfruttare le istituzioni per finalità sociali”.

Quindi oggi si chiede di ottimizzare il lavoro e il personale addetto?

“Bisogna ripensare quell’impostazione. In finanziaria siamo riusciti ad ottenere uno stanziamento significativo per l’ARAS, e speriamo che l’Assemblea regionale lo confermi, per mantenere l’Associazione sopra la linea di galleggiamento e non affondarla. Intanto ha assegnato la somma di circa 1.300.000 euro oltre i 500.000 già erogati per il 2014. La giunta di governo lo ha deliberato dando un’indicazione molto lineare e chiara. Ma l’Assemblea è sovrana, sarà il Parlamento regionale a decidere l’approvazione finale. Gli enti non possono essere commissariati a vita, non devono esistere organismi che non abbiano una loro economicità nel-
lo svolgere un’attività che, seppur sostenuta dalla regione o dal ministero per finalità pubblica, è di interesse principalmente dell’impresa privata. Quindi bisogna mettersi in una prospettiva di risanamento, di utilizzo concreto del personale, di eventuale accorpamento con istituti diversi ma che svolgono funzioni analoghe o complementari in modo da fare dell’economia di sistema, anche perché non può esistere una zootecnia senza l’Associazione allevatori e senza i Libri genealogici”.

L’ARAS potrebbe svolgere una valida funzione anche nel controllo della filiera dei prodotti della zootecnia…

“Noi ci rendiamo conto che quello dell’ARAS è un servizio indispensabile che abbiamo l’assoluto dovere di tutelare, ma così come è strutturato non funziona e quindi i responsabili di questo ente devono avere l’umiltà di comprendere che bisogna cambiare regime, se vuole sopravvivere. Non vi sono altre possibilità serie. Non si può pensare che ogni anno il bilancio regionale dia una somma ad un ente senza che esso riesca a reggersi finanziariamente. L’ARAS deve avere la capacità di utilizzare le grandi potenzialità che gli vengono attribuite, compresa quella della gestione dell’anagrafe del bestiame. A noi interessa non assegnare stipendi ma mantenere i servizi nel migliore dei modi con l’economicità che è dovuta in un’epoca moderna, nella quale gli aspetti sociali pubblici devono sparire per dare spazio e possibilità ad enti e imprese che abbiano al loro interno la capacità di produrre e mantenere una sana gestione . È chiaro che non si può pretendere che vengano reiterati i guasti e i vizi del passato, nati per colpa di una politica sbagliata. Non si può trovare la risoluzione in 24 ore, ma almeno avviare un percorso diverso. Chi non si adegua è giusto che ne esca fuori perché non troverà più quello che ha trovato fino ad oggi”.

Ignazio Maiorana

 

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